giugullare

il viaggio per cui si parte non è mai il viaggio da cui si ritorna

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detesto gli ingegneri

Friday, October 28, 2011

frammento 15 detto del volere

l'eterno si apre di fronte a me allo schiudersi della sera. il mondo intero sembra farsi da parte, maggiordomo rispettoso, in attesa che gli ospiti prendano posto nella mia mente.
Ed ecco entrare il prode prescelto, l'animale possente, il sapiente antico e la magica arma. Si accomodano su cuscini intessuti nel tempo, porgono i loro doni e indicano la porta.
la apro.
la terra, quella di mezzo, di metà, dell'equilibrio si adagia dove prima c'era solo buio e spazio vuoto.
Esco. il tempo mi attende, mi studia, si adatta all'umore di un esercito di nuvole, una legione di soli.
Piove, fresco, l'acqua scivola su pelle, armatura e spade. Un bambino corre alle mie spalle, non mi volto per cercarne i tratti.
non ne ho bisogno.
La risata sale piano, vecchia dama di compagnia adolescente, ed è vestita proprio come vorrei fosse vestita lei.
respiro a pieni polmoni l'aria umida, filtrandola tra narici e mente, mentre chiamo a raccolta la compagnia, ripasso le ultime formule, poggio la mano sull'elsa.
Gli altri sono al mio fianco in un istante, chi in silenzio, chi forgiato nella forza del suono: attendiamo tutti.
La mia dama mi guarda. Bellissima. Unica. Indimenticabile. Irraggiungibile.
Complice.
L'ombra copre il cielo, cela la piogga, fende l'aria con la sua massa immane. Lei  sfiora soltanto le mie labbra, le sue dita sfiorano la mia fronte. mi sorride negli occhi.
L'ombra è dietro di lei. Lei non si volta a vederne le fattezze.
Non ne ha bisogno.
L'ombra la rapisce, la sradica come un fiore dalla terra incantata. tutti noi estraiamo le nostre armi, nello sguardo di ciascuno degli altri una truce determinatezza.
L'animale possente emette un basso brontolio, come di cascate lontane.
Io sorrido. Non vinceremo l'ombra. Non ora. Non qui.
L'ombra dovrà viaggiare a lungo, dovremo diventare la sua tortura, il suo incubo. La raggiungeremo all'alba, un giorno, nella sua tana oscenamente maestosa e la, solo la, avremo la meglio e la mia dama tornerà tra le mie braccia.
Fino ad allora perderemo. tutti. e ciascuno di noi poco alla volta diventerà più forte, più esperto.
Più saggio o più perso nella propria storia. Il prode prescelto, l'animale possente, il sapiente antico, la magica arma.
qualcuno forse morirà fino alla prossima volta. forse questa volta moriremo tutti.
Questo ora non mi è dato sapere, ma so che non vinceremo ora.
Eppure, ora, combatteremo.
perchè questo è il volere del dio di questa terra.
Ci batteremo in una prima, gloriosa, fugace battaglia per lei.
l'acciaio inizia a scintillare, le magie a sfrecciare nell'aria satura di zolfo. Le fauci della bestia si infiammano di brace rossa.
I suoi occhi cercano me, rabbiosi.
Anche l'ombra sa.
questo è la mia terra, la mia compagnia, la mia ricerca.
La notte cala. inizia tutto nel torpore del sogno.
Inizia.
Questo è il mio volere.

Thursday, October 20, 2011

torte, vite, universi e porcaccia la miseria

"se volessimo creare una torta di mele partendo da zero, dovremmo prima inventare l'universo"
Carl. E. Sagan.
"senza mele faremmo prima?"
me ver. 0.1
"che palle, lo sapevo che quella torta nascondeva la fregatura"
me ver. 1.01
"minchia, e quanto mi costa?!"
me ver. 1.05
"azzo me ne frega della torta se ho tutto l'universo?"
me ver 2.0
"azzo me ne fotte dell'universo, io volevo solo Quella Torta!"
me ver 2.2008
"se invento l'universo voglio i diritti d'autore (oltre la torta)"
me ver 2.3
"se invento l'universo lei torna da me (oltre la torta)"
me ver 2.2008/1
"se invento l'universo e lei torna da me ho inventato un'altro universo. la torta di mele avrà un altro sapore?"
me ver 2.2008/2
"inventare l'universo è una faticaccia: con la fame che avrò mi basterà una torta di mele?"
me ver 2.6
"ma chi cazzo è Carl e. Sagan?"
me ver 4.01
"io esisto perchè esiste l'universo. l'universo esiste perchè qualcuno doveva creare una torta di mele. Devo rivedere le mie idee sulla religione"
me ver 6.02
"io esisto perchè esiste l'universo. l'universo esiste perchè io dovevo creare una torta di mele. io sono figlio di mio figlio"
"ho come sorella una torta di mele"
me ver 6.08
"io esisto perchè esiste l'universo. l'universo esiste perchè io dovevo creare una torta di mele. la torta di mele è creata dall'universo. la torta di mele è creata da me.
IO sono l'universo"
me ver 7.01
"io esisto perchè esiste l'universo. l'universo esiste perchè io dovevo creare una torta di mele. la torta di mele è creata SOLO dall'universo. La torta di mele NON è creata solo da me.
io non sono l'universo"
me ver 7.02
"cazzo."
"è stato bello finchè è durato"
"le cose belle durano sempre poco"
"l'universo esiste da un sacco di tempo. deve fare proprio schifo"
"ciò che si crea è parte di ciò che si è usato per crearlo. non può essere qualcosa in più"
"quindi la torta di mele verrà uno schifo"
me ver 7.qualcosa
legenda:
ogni ver corrisponde ad una birra
ogni .xx corrisponde alla frase che ho ritenuto sufficentemente significativa, nell'arco di tempo del consumo della specifica birra, da essere ospitata in queste gloriose pagine (create come parte integrante dell'universo. e quindi della torta di mele)
il .2008 è un anno. non ho avuto 2008 pensieri nell'arco dell'intera esistenza (mia, non dell'universo)
riflettendoci, io non ho avuto 2008 pensieri anche nell'arco dell'intera esistenza dell'universo.
spero non se la prenda a male.

bha

Come le lancette dell’orologio
Si credevano forgiatori di tempo
Così io
Mi sentivo padrone del vivere

Come il tempo corrode
orologi senza nemmeno accorgersene
così la vita
è mia

Monday, October 03, 2011

frammento 16 l'anima e dio

“non posso fare un dialogo da solo”
“puoi”
“no. Non posso. E anche potessi non sarebbe corretto. Ci sei? Allora parlami”
“sto parlandoti”
“questo non è parlarmi. Non sono parole. Sono cartelli stradali a non procedere oltre”
“lo dici tu”
“e di qualcosa tu, allora. Qualcosa di diverso e con più di tre parole in croce”
“non sono bravo a parlare. Lo sai. Mi mette a disagio”
“e cosa credi? Che io sia a mio agio con te così? Ti do così tanto fastidio?”
“perché dici questo?”
“credi che io nn sia capace di giocare al tuo gioco? Perché Tu non dici il contrario?”
“perché voglio capire cosa ti passa per la mente”
“dovresti già saperlo. Se mi conosci come dici di conoscermi”
“ti conosco. Ma conoscerti e capirti non sono sempre la stessa cosa”
“piantala di giocare con le parole. È…arido”
“non gioco. Non gioco mai. Solo…è così faticoso”
“che cosa? Capirmi?”
“in parte. In parte accettare che tu sia così diverso da me. O da come ti immaginavo”
“anche tu lo sei. Eppure continuo a cercarti”
“forse la differenza fra noi è li”
“tu non mi cerchi? È questo che vuoi dire?”
“io non ho bisogno di cercarti”
“e se io invece avessi bisogno che tu mi cercassi?”
“…o hai bisogno dell’idea che io ti cerchi?”
“entrambe, ma se so che è solo un’idea, perde tutto il suo valore”
“il che è triste. Se accetti solo le idee supportate dalle prove, non cambierai mai nulla. Tutto resterà uguale nella tua vita”
“certo. Comoda come risposta. Se accetto ogni idea senza prove, le prove perdono valore. Peccato siano la parte che dimostra che una cosa esiste”
“al solito vai a parare sulle prove.
“al solito tu le rifiuti”
“io non accetto la tua esistenza solo perché ne ho la prova”
“io accetto la tua anche senza averne”


Senza dubbi esiste una sola certezza. Il dubbio è il seme di tutte le altre.