si appoggia, in un paesaggio disegnato da poca luce, lungo il cammino.
L'attesa, come macchie di blu troppo stanco per volare, si adagia disegnando una strada, un arco, un cielo ritagliato da un bambino.
Senza stelle.
E' finto il cielo dell'attesa, non ci sono stelle.
Da lontano la mente offre a tutto una giusta interpretazione.
Da vicino, però, le linee si sfaldano, tornano ad essere confuse, rappresentazione incompleta del reale. Una visione in cui manca un minimo, un infinitesimale, un nulla, per assumere la corretta posizione.
Allo stesso modo quando la notte mi si avvicina, insieme a quel suo silenzio con cui tanto bene mi sa parlare, io mi sento incompleto, eppure ad un passo, ad un soffio, dalla completezza.
Dalla giusta collocazione.
Mi piacciono le ombre, mi piacciono i tratti accennati che lasciano intuire senza dichiarare, che raccontano senza descrivere.
Lasciano più spazio alla personalità di chi guarda, mi dicevo, che ci mette del suo per completare l'opera, che è costretta ad entrarci dentro, a mettersi in gioco.
Costretta a dire la sua.
eppure, non mi basta più. Anzi, peggio ancora: la realtà, così precisa, così definita, così priva di quel mistero dell'incompiuto, sta diventando affascinante. Desiderabile.
Amabile, addirittura.
Fino a ieri, il mio ieri, cercavo il romanzo incompiuto, in modo che l'autore non mi costringesse, per forza, ad arrivare ad una fine. Tra l'altro scelta da lui.
Man mano che le pagine scorrevano mi sentivo come trascinato da una corrente sempre più forte, perdendo il controllo della narrazione, spinto in una direzione che non avrei percorso in quel modo, descritto con quelle parole.
Ed ora sono qui, con il mio libro in mano, i protagonisti ci sono tutti, la trama anche...e, Dio, quanto vorrei voltare pagina, andare avanti fino alla fine, tutto di un fiato, come quando da bambino ho scoperto la prima fiaba e il potere che evocava nel mio animo.
come vorrei.
Eppure ogni cosa ha i suoi tempi, a quanto pare.
ma quella pagina...
quella pagina...
quanto vorrei voltarla.
vabbè, va, vado a dormire.
ma.
quella pagina.
Quanto la vorrei.