in memoria di un drago
Fuggiva, lontano, la mente
il dolore quasi dormiva, assente
ma c'era
Il mio drago non volava
Mi guardava il vecchio volto scuro
al suo occhio ero lo spergiuro
Il traditore, il cavaliere errante
che sapeva raccontar fiabe, ma distante
Il mio drago piangeva
UN suono lento, rappreso tra i denti
Pugnalato da pensieri, troppo coerenti
Usciva dalla sua bocca al posto del fuoco
mentre io ripetevo che tutto era un gioco
Che le cose importanti non erano storie
di armature forgiate per grandi vittorie
contro il male estremo, nemico imperante
ma uno stipendio, molto più importante
il mio drago tremava
era grande come un monte di pietra dura
forte da impaurire la stessa paura
Ma non tremava per dolore o per sorte
vedeva soltanto dei miei sogni la morte
E io cercavo di portarlo sulla retta via
perlandogli di doveri, adulti, filosofia
Non lo accarezzavo, se non con la ragione
Per farlo crescere, uomo tra piccole persone
E non mi accorgevo del mio enorme errore
ero cieco ad ogni richiamo del cuore
Ero tutto mente, per esser maturo
per insegnargli la vita, dargli un futuro
Il mio drago svaniva
Mi guardò un ultima volta, senza giudizio
io lo guardai, cadendo nel precipizio
Guardai quel vecchio volto, che avevo amato
maledicendolo, perchè non aveva capito
E il mio drago pianse, gridando il suo amore
Svandendo poco a poco, nel mio furore
Svanì guardandomi per l'ultima volta in viso
e con lui svanì il bambino che l'uomo aveva ucciso
il dolore quasi dormiva, assente
ma c'era
Il mio drago non volava
Mi guardava il vecchio volto scuro
al suo occhio ero lo spergiuro
Il traditore, il cavaliere errante
che sapeva raccontar fiabe, ma distante
Il mio drago piangeva
UN suono lento, rappreso tra i denti
Pugnalato da pensieri, troppo coerenti
Usciva dalla sua bocca al posto del fuoco
mentre io ripetevo che tutto era un gioco
Che le cose importanti non erano storie
di armature forgiate per grandi vittorie
contro il male estremo, nemico imperante
ma uno stipendio, molto più importante
il mio drago tremava
era grande come un monte di pietra dura
forte da impaurire la stessa paura
Ma non tremava per dolore o per sorte
vedeva soltanto dei miei sogni la morte
E io cercavo di portarlo sulla retta via
perlandogli di doveri, adulti, filosofia
Non lo accarezzavo, se non con la ragione
Per farlo crescere, uomo tra piccole persone
E non mi accorgevo del mio enorme errore
ero cieco ad ogni richiamo del cuore
Ero tutto mente, per esser maturo
per insegnargli la vita, dargli un futuro
Il mio drago svaniva
Mi guardò un ultima volta, senza giudizio
io lo guardai, cadendo nel precipizio
Guardai quel vecchio volto, che avevo amato
maledicendolo, perchè non aveva capito
E il mio drago pianse, gridando il suo amore
Svandendo poco a poco, nel mio furore
Svanì guardandomi per l'ultima volta in viso
e con lui svanì il bambino che l'uomo aveva ucciso
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