giugullare

il viaggio per cui si parte non è mai il viaggio da cui si ritorna

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detesto gli ingegneri

Thursday, January 17, 2008

coso

coso camminava a stento
preferiva andare a rilento
tutti quanti troppo grossi
tutti intenti a saltar fossi

coso non capiva affatto
che tutti accettassero il fatto
che nella vita bisogna fare
lui preferiva aspettare

coso non voleva esser visto
dover parlare di tasse e cristo
con altri comuni mortali
che fingevano di esser speciali

a lui bastava passare accanto
ai grandi fatti del cuore infranto
ai drammi della vita vera
alle passioni della preghiera

coso non aveva idee chiare
era in tentanzione anche del banale
lo spaventavano più le signore certezze
grasse vacche in cerca di carezze

che coccolavano l'uomo con garanzie
cancellando rime alle poesie
coso proprio non capiva
perche l'uomo le voleva

coso aveva fatto pianger sale
con certezza sorda da animale
chi si era avvicinata al suo cuore
convinta in un muscolo di trovar amore

coso era un essere meschino
venuto al mondo come un bambino
cresciuto al mondo come un guscio
adatto agli altri quanto il fango all'uscio

coso a volte piangeva una vita migliore
più profonda in cui cogliere un fiore
offrisse l'emozione alla sua mano
che fosse di un viso a cui farne dono

una vita in cui essere colmo di pensieri
poter contare rughe, poter essere seri
quando una donna si appoggiava alla spalla
sentirsi mare che la tiene a galla

ma coso non era mare e nemmeno fiume
era vento, era fatto di piume
forte quanto un fiocco di neve
spento come il cielo quando piove

coso moriva un giorno alla volta
non si curava della rosa non colta
coso invecchiava ogni giorno un po'
coso sorrideva, non rideva più

coso è morto, l'han visto morire
lui si è accorto solo che doveva finire
coso è morto, così, senza motivo
coso, in fondo, non è mai stato vivo

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