caduta libera, libera nos

mi ero ancorato bene, ve lo giuro.
Le avevo anche provate, quelle maledette catene...e avevano tenuto.
Nessuno, da La Fuori, poteva disarcionarmi dalle mie certezze. Dal mio razionale quotidiano.
Mi ero ancorato bene. E ho abbassato la guardia. O meglio, ho finito con l'abituarmi a sopravvireve, a resistere, a superare emozioni come macchine lente in autostrada.
Mi ci sono abituato. Mi son sentito sicuro, ogni volta che le nuvole si allontanavano all'orizzonte e le mie perfette catene avevano tenuto.
Nessuno, La Fuori, avrebbe potuto spezzarle.
Poi, la fregatura.
Questa vita ti inganna, è una maestra nel farlo: è paziente, è silenziosa; si quieta come un albero accarezzato dal vento. Ti diventa amica, ti si avvicina. Si veste con pochi colori, tutti pallidi, come un eterno ultimo giorno d'inverno. "ci sarà primavera, amico mio, e anche tu dovrai uscire allo scoperto. ma non oggi. non ancora" pare prometterti mentre si avvicina sempre più.
E tu tiri le tue catene, mollemente, così, tanto per vedere se reggono. Ma non ti preoccupi: quei colori li conosci, così pallidi non possono abbagliare gli occhi dell'anima.
Non possono farti male.
Così la lasci avvicinare.
E così ho fatto. L'ho lasciata avvicinare. con quei colori...
E adesso sono in caduta libera. Non so verso dove, non so se atterrerò mai, se mi schianterò in volo.
Se i sogni possono diventare realtà senza perdere le ali.
Ma in ogni caso Lei mi a fregato. Nessuno La Fuori avrebbe mai potuto spezzare le catene che ora pendono, distrutte, attorno a me.
Nessuno poteva spezzarle.
Ma qualcuno poteva convincere me a romperle.
E ora sono libero. anche di cadere.
di nuovo.
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